domenica 26 agosto 2012

Storia di un ramo di pesco e di melo # 25 : il primo frutto

 [Pesco #25]
 [Pesco #25]
[Pesco #25]
 La pesca del nostro ramo é matura, pronta per essere raccolta e mangiata.
Così é stata staccata oggi pomeriggio, sotto un sole caldissimo (come é stato per tutta questa calda estate) ed un cielo azzurro che invano aspetta la pioggia ristoratrice.
Il ramo che all'inizio era solo un legno spoglio e scuro con radi germogli, é cresciuto fino a generare il suo frutto, il suo tesoro prezioso, riparato con le foglie dalla grandine, ombreggiato durante le ore di mezzogiorno, nutrito da radici e linfa fino ad essere ricco di polpa gialla e succosa.
A casa dei nonni le cassette di pesche raccolte si accumulano, nelle case ribollono i pentoloni con le marmellate, gli sciroppi di frutta.
Altra frutta é messa a congelare per l'inverno, sarà usata per dolci e salse nei mesi freddi, ad esempio i lamponi, che andranno benissimo per preparare calfoutis di frutti rossi anche quando nevica.
Le mele sugli alberi del frutteto rosseggiano, la terra é arsa e asciutta, i frutti maturano presto con questo calore.
La nostra mela é bella rossa, vivace sotto le lucide foglie verdi del nostro ramo.
Tra poco inizierà anche la raccolta delle mele e lentamente questa stagione passerà e arriverà il primo freddo dell'autunno, la brina mattutina, le cassette di golden, gala, fuji, affolleranno di nuovo il cortile dei nonni.
E si inizierà a sentire dalle case profumo di cannella e torta di mele.
Intanto,noi  assaporiamo con gioia questo sole potente che tra qualche mese mancherà, e partiamo alcuni giorni per il mare.
Buona nuova settimana a tutti voi!
 [Melo #25]
[Melo #25]

giovedì 23 agosto 2012

Connessioni

 In alcuni momenti favorevoli delle nostre vite, capita che ci arrivino stimoli e suggerimenti precisi dalla realtà attorno a noi, letture che si vanno ad acciambellare esattamente sul nostro percorso e lo descrivono, lo ampliano, lo spiegano meglio.
In questi ultimi giorni ho scoperto per caso un bel blog, Moon Woman Rising, che é centrato su alcuni aspetti chiave: lo spirito femminile, legato alla ciclicità lunare; il vivere secondo lo scorrere delle stagioni; la ricerca della gratitudine come momento di chiarezza interiore; la relazione con tuttò ciò che circonda nella natura, a partire proprio dalla luna e dai suoi movimenti.
Sto trovando molta pace leggendo qua e là articoli di questo blog, che risuonano in me in modo forte: molte cose scritte lì non le conosco, ma le vorrei approfondire.
Molte altre invece fanno ormai parte della mia vita quotidiana: la ricerca delle piccole cose, la stagionalità, la creatività come mezzo di espressione.



Sto leggendo poi anche questo libro, "Un eremo non é un guscio di lumaca", scritto dalla teologa eremita Adriana Zarri, che in questo scritto raccoglie molti suoi articoli in cui racconta la vita nel suo eremo dove vive come monaca, coltivando la terra e allevando gli animali.
Il suo scrivere é insieme leggero e profondo, come lo sono tutti i concetti guida: molto elementari, ma proprio per questo molto veri.
Il lavoro concreto nell'orto e nella stalla come luogo di incontro di una spiritualità grande, come preghiera continua, luoghi eletti per sperimentare lo stupore, la meraviglia dei fiori, degli animali, delle stagioni, del silenzio, della solitudine.
 Il pregio di questo libro per me é di riuscire a spiegare molto meglio di quanto possa fare io qui, e di quanto io riesca a spiegare a me stessa, il valore e l'importanza di concetti semplici come la sobrietà, il contatto con la terra, la scelta del tempo rispetto al profitto.
Leggere questo libro é come veder messo per scritto esattamente quello che penso e che cerco di vivere ogni giorno, ma con più chiarezza espositiva.

 Succede così che due donne completamente diverse, una teologa italiana ed una blogger statunistense, mi trasmettano lo stesso chiaro messaggio.
Sono commistioni belle, in cui il concreto si mischia alle parole lette e a vicenda si illuminano di nuovo significato.
Allora passare un pomeriggio nel bosco con i miei cugini ad esplorare, trovare piume di picchio e ghiandaia, scoprire cervi volanti vivi in un grande tronco d'albero, sfamarci di more selvatiche e di prugne selvatiche direttamente dalle piante, non é più solo molto strano per tutto il mondo circostante, ma anche prezioso.
Lo sapevo già, ma leggerlo da altre parti, con altre parole, mi conferma che non sto sbagliando:
 il magico é qui, negli occhi dei bambini e nelle loro mani che intrecciano ghirlande di edera, tocca a noi ritrasformaci costantemente in piccoli e semplicemente vivere, riappropriarci del nostro spirito profondo.
Lasciare spazio alla vita vera;
 lasciare spazio ai giorni pieni di relazioni, di creatività, di preghiera e di incontro.

Buone giornate a tutti voi!
Cosa state leggendo di interessante?

domenica 19 agosto 2012

Caccia fotografica

Oggi abbiamo partecipato ad una "caccia fotografica" organizzata in montagna, con 8 temi da fotografare  in 6 ore attorno alle borgate di Macra (Valle Maira).
Né le mie fotografie né quelle di Simone hanno vinto alcun premio di quelli in palio, ma ci siamo divertiti e soprattutto abbiamo fotografato, provato ad esprimere la nostra creatività attraverso ogni scatto, interpretando in vario modo i temi richiesti, che erano spesso astratti e difficili da individuare.
Ecco le mie 8 fotografie finali con i titoli dei temi assegnati alla partenza e la mia spiegazione di ora.
 1-Tracce di passato:
vicino a Macra c'é un'antica chiesetta di San Pietro a picco sulla valle sottostante.
Sui muri esterni delle piccola chiesa, molte scritte anch'esse antiche, lasciate lì dai pellegrini durante i decenni.
Molte scritte e firme risalgono al secolo XVIII: io ho fotografato questa, in cui si legge la scritta 1874 e la richiesta di una "grazia" al santo protettore.
2-Confini:
su una vecchia scala esterna in pietra, nella borgata Camoglieres: una stretta striscia di luce che filtra dal tetto divide in due gli scalini ombrosi.
 3-Tracce di presente:
borgata Villar, ho fotografato un orto arato da poco.
Le tracce del presente sono quelle dell'uomo che lavora la terra, la plasma, la cura.
In questo caso le tracce della zappa, e le verdure che crescono dove prima non c'erano che sassi montani.
 4-Una cartolina per Camoglieres:
 in questa borgata arriva il sentiero dei ciclamini, é famosa per i fiori, eccone uno che spunta timido dal sottobosco.
 5-Come un cane e un gatto:
il tema più difficile!
L'ho risolto "disegnando" in terra nella borgata Palent le due sagome molto stilizzate del muso di un cane che ringhia e di un gatto rabbioso che si guardano.
Le ho costruite con piccoli aghi di pino e rametti messi vicini.
 6-Natura scultura:
lo scatto di cui sono più soddisfatta.
Due noci trovate in terra, vuote e rosicchiate da qualche animaletto, lasciano vedere attraverso i loro buchi il verde del bosco.
 7-Opposti:
nella frazione di Macra Bedale, due cartelli che indicano sentieri in direzioni opposte.
8-Tracce dal futuro:
borgata Camoglieres, macchinine giocattolo per terra in un cortile.
Il nuovo ed il tecnologico che avanzano sul verde.

Cosa ne pensate?

venerdì 17 agosto 2012

Conservare

 Questo é tempo di pomodori: un'estate molto asciutta e calda, un bel sole da giorni e giorni, ecco che i pomodori ora arrossiscono tutti insieme in abbondanza.
Le piante ne sono cariche, di qualsiasi tipo si tratti: pomodori costoluti, cuore di bue, datterini, pachini, butaline.Quel tempo magico dell'anno dove a pranzo basta una bella tumatica fresca in insalata e non c'é neanche bisogno di cucinare.


Ieri mattina sono andata nel grande orto dei miei genitori a raccogliere pomodori, caldi e succosi.
Staccarli dalle piantine é un vero piacere: con la loro forma corposa riempiono tutta la mano, danno soddisfazione al tatto.
A casa, li ho lavati, tagliati a metà e "strizzati" per togliere un po' di acqua e di semi.Li ho messi a cuocere in due pentole capienti dal fondo spesso, togliendo con un mestolo l'acqua che producevano.
Quindi li ho passati in un passaverdure a fori piuttosto larghi, per ottenerne solo la polpa ed eliminando buccia e semi.
Ho rimesso a cuocere la passata ottenuta, con zucchero, sale, un po' di pepe bianco e di peperoncino di Cayenna.
 Intanto ho preparato i barattoli, che ho lavato ed asciugato benissimo, e generosi mazzetti di basilico presi in giardino.Ho anche tagliato sottilmente una decina di tenere trombette raccolte anche ieri nell'orto e fatte poi saltare in padella qualche minuto con olio d'oliva e aglio tritato .

Quando la passata era in pieno bollore, l'ho versata bollente nei barattoli in cui avevao già messo il basilico.
Dopo aver riempito qualche vasetto di sola passata di pomodoro, ho aggiunto alla restante che ancora bolliva le trombette e riversato anche quella nei barattoli rimanenti per ottenenere del sugo pronto alle zucchine.
Chiusi bene tutti i barattoli con i loro tappi, li ho coperti con un asciugamano e con una copertina di lana (quella in cui dormiva mio papà da neonato!) e lasciato raffreddare con calma.
Nei prossimi giorni metterò i barattoli al fresco in cantina, dove si conserveranno per l'inverno.
Raccogliere la propria verdura dà una grande soddisfazione, una profonda armonia: c'é bisogno di calma, non si può avere fretta.Si scelgono i pomori uno ad uno, quelli più maturi.Si cuociono lentamente e tutta la casa si riempie del profumo della passata fresca, uno degli odori che preferisco in assoluto al mondo.
Nelle prossime settimane voglio preparare altri sughi da conservare, se riesco anche della marmellata, con il fermo proposito di non comprarne mai, di sughi e marmellate e di continuare anche ora ad usare quelli preparati da me, come mia mamma ha sempre fatto e fa tuttora.
Da quando abbiamo spostato insieme i pali della serra dei pomodori, fino al cuocerli nella cucina di mamma, tutto é un cerchio che ancora una volta torna con semplicità alla base, alla terra, e riempie di gratitudine.
Anche voi state facendo provviste per l'inverno?

mercoledì 15 agosto 2012

Storia di un ramo di pesco e di un ramo di melo #24

 [Pesco #24]
[Melo #24]
I frutti sul ramo di pesco e su quello di melo stanno ora crescendo rapidamente.
La pesca é diventata quasi tutta rossa e la sua buccia da perfettamente soda e dura, sta diventando più rugosa, più morbida.
Anche la mela, sebbene più piccola, si sta rimpinzando di linfa zuccherina.
Come sono cresciuti questi rami dalla prima fotografia di marzo, quando i rami erano ancora tutti nudi e spogli.
Poi sono venuti i fiori bellissimi e fragili, le foglie ed ora tra poco raccoglieremo i frutti.
Mi sto affezionando sempre di più a questa terra, a questi alberi.
Qui sono le mie radici e non mi stanco mai di tornarci.

lunedì 13 agosto 2012

Tempo e famiglia



Questi sono giorni di tempo libero e famiglia.
Dalla fine dell'estate ragazzi fino all'inizio della scuola sono a casa: niente lavoro ad agosto.
Ho scelto così e corso un rischio, perché non so se e dove lavorerò a settembre, ma sono estremamente felice di questa decisione, di essermi (ed esserci) regalata questo tempo vuoto, un'estate preziosa.
Tempo senza orari, giornate lunghe, spazio: per fare molte cose, ma anche per non fare niente.
In queste settimane le ore sono dilatate, gustate, e ancora una volta torno qui a scrivere con gratitudine per quello che mi circonda, per quello che mi é dato.
Riconosco di essere fortunata: per aver potuto scegliere di stare più di un mese a casa, per averne la possibilità.
Una scelta magari pericolosa oggigiorno, ma sono felice di aver messo il tempo davanti a tutto il resto.
Queste settimane sono piene di famiglia: di giornate passate a fare da tata ai miei cugini in bicicletta o cucinando biscotti tutti insieme, di pasti condivisi come quello di ieri per festeggiare San Lorenzo con una grande tavolata e molte partite a bocce.








Sono anche settimane in cui offrire un pochino di tempo per guardare altri bimbi, come il nostro nipotino, o il figlio piccolo di una mia amica, e incontrare amici speciali, allegri e molto generosi.
Serate in cui cucinare per molti e allestire la tavola con fiori freschi.
Abbiamo anche aggiunto una componente alla nostra famiglia: Melira, una gattina trovata nel bidone della spazzatura, piccola e terribile, non sta mai ferma.
Io non amo molto i gatti e non ne ho mai avuti, ma Simone invece li adora e così ecco che ci troviamo con quattro nuove zampette per casa.
E sto inziando ad affezionarmi a lei.

Ora che non c'é la stanchezza del lavoro per me, abbiamo anche un po' più di tempo per stare insieme come coppia: una cena a lume di candela, con cibo indiano molto buono e uno spettacolo di danza sacra indiana, suggestivo, calmante.

Tempo per fare ieri una breve gita in montagna, e per osservare attorno, per mangiare lentamente seduti sull'erba tra gli alberi, leggendo il giornale e chiacchierando.






Tempo per comprare e usare una bicicletta nuova, per leggere, per dipingere, per mangiare manciate di more selvatiche, per andare in un bosco tutti insieme a raccogliere legnetti per un progetto creativo, raccogliere la lavanda e farci questo sciroppo
Tempo prezioso, di cui sono immensamente grata, riconoscente in ogni fibra del mio essere, tempo di cui avevo profondamente bisogno.
Tempo che é un dono, grande, e di cui spero di fare buon uso.
Tempo che accolgo, curo, benedico.
Tempo che registro qui per non dimenticare, che fotografo per poter ritornare a vederlo nei prossimi mesi.
Tempo che condivido con chi mi é vicino, che auguro a ciascuno di voi in questi giorni di metà agosto.