sabato 18 febbraio 2012

Intrecci

Ho finito di leggere qualche giorno fa un libro di bio-antropologia ambientale, e sto ora leggendo un reportages di viaggio attraverso vari continenti.
A questo ho aggiunto da venerdì scorso la frequenza ad un ciclo di conferenze per insegnanti, sull'Africa Nera e Mediterranea.
Un felice intreccio di temi, di diverse visioni sugli stessi argomenti.
Ad esempio, sto leggendo il libro 3 ans de voyage, "un récit en histoires et images" di un viaggio attraverso 25 paesi in tre anni, compiuto dagli autori Claire e Reno Marca.
Di loro ho già il libro "3 mesi di viaggio nell'isola rossa" (ve ne avevo parlato qui), quest'altro é come il primo denso di illustrazioni e schizzi ad acquerello, di fotografie, di impressioni di viaggio di questa giovane coppia francese.


Il loro viaggio si snoda da Parigi all'Africa, poi in Medio Oriente, Asia Centrale, Estremo Oriente, Australia e Nuova Zelanda, Russia, spostandosi solo con mezzi locali ed evitando l'aereo.

Impressioni di viaggio informali, di chi vede un paese per la prima volta e vi si muove con occhi aperti e sgranati attraverso i vari paesaggi, le varie usanze.

Sto leggendo ora le tappe africane del loro vagabondaggio.

Non può non venirmi in mente il Madagascar, e anche il Ghana, dove siamo stati:

le persone che abbiamo incontrato laggiù, le realtà rurali così diverse dalle nostre, i paesaggi di terra rossa, i sapori di cibi nuovi.

[Madagascar, Antsirabe]



Sto seguendo un corso di formazione sull'Africa organizzato dall'Associazione Italiana Insegnanti di Geografia con cui avevo già seguito il corso di formazione sullo spazio post-sovietico.

La prima conferenza é stata molto interessante, sull'origine e lo sviluppo del colonialismo, con molti riferimenti anche alla tratta degli schiavi dal Ghana, proprio dai fortini sulla costa che abbiamo visitato nell'estate 2008.

Un appunto particolare che mi é rimasto impresso:dopo la tratta degli schiavi, che portò via dal continente circa 15 milioni di persone, l'Africa ha di sè una percezione di vuoto, di spazio disabitato.

Questo é l'opposto dell'impressione che abbiamo noi europei arrivandoci:l'Africa ci sembra iper-affollata da un'enorme massa di persone accalcate, e se questo é vero per tutte le metropoli africane, rimangono ampissimi spazi disabitati, a bassa densità di popolazione.

L'Africa ha di sè proprio un'immagine di vuoto da riempire, per questo ogni misura di riduzione delle nascite é mal accetta, ma vista.

Interessante come punto di vista.




Ho finito da poco il libro Armi, Acciaio e Malattie, che con un ampio excursus storico evidenzia le cause delle differenze di sviluppo tra Nord e Sud del mondo, e cosa abbia permesso una superiorità tecnico-militare a favore degli europei, che li ha portati all'espansione coloniale verso i popoli "neri".

L'autore individua queste cause remote in differenze ambientali e geografiche:in alcune zone del mondo c'erano maggiori piante ed animali domesticabili, il che favorì la sedentarizzazione e la nascita autonoma dell'agricoltura, con un anticipo di millenni su altre zone più svantaggiate a livello ambientale.

Dall'agricoltura discende poi un surplus alimentare, che permise in queste zone già avvantaggiate (es.Mezzaluna Fertile) che alcune caste di individui non dovessere lavorare la terra per mangiare, ma potessero invece dedicarsi alla scrittura, alla religione, alla "politica".

Queste caste, diventando via via più forti, diedero origine a sistemi di potere centralizzati, che a loro volta seppero promuovere innovazioni tecnologiche.

Le stesse caratteristiche ambientali favorevoli in partenza, permisero la trasmissione di queste tecnologie, scambi commerciali di nuove piante ed animali, in un circolo virtuoso.

Quindi i paesi in cui si sviluppò per prima l'agricoltura sono ancora ora i paesi più "avanzati", non per particolari superiorità o meriti della popolazione che vi risiede, ma per via di queste grandi differenze bio-ambientali di base (clima, durata delle stagioni, conformazione del suolo etc..)


[Ghana]


Coinvolgente leggere questo libro ed aver visto in Madagascar, Ghana o Brasile dove sono stata gli effetti di questi macro-sviluppi geopolitici, poterli approfondire per quel che riguarda l'Africa e rivederli con altri occhi ed altri immagini con Claire e Reno Marca.

Ecco che si sviluppano intrecci avvincenti di storie, viaggi, persone, che mi affascinano, anzi mi entusiasmano, ho studiato questi temi e potrei stare parlarne e sentirne raccontare per ore e ore.

Quanto ancora c'é da imparare e conoscere del mondo, quanto da sapere e trasmettere, quanti posti da visitare!


[Brasile, favela Novos Alagados di Salvador de Bahia]

1 commento:

  1. Visto che nessuno commenga lo faccio io volentieri! Viaggiare ovunque in lungo e in largo vedendo persone nuove, ognuna con la sua storia e ognuna in grado di regalarti un pezzo di sè è il nostro ideale di vita. Fermarsi in un unico posto con la convinzione di non spostarsi più è un po' come accettare di mettere radici per sempre. Ora con questo non voglio dire che viviamo con la valigia pronbta nell'armadio, ma che potenzialemte impiegheremo non più di 10 minuti per farla. Siamo andati in Madagascar con quanti chili di roba per 3 settimane? 10? mi semprano tanti;) erano 8-9 eh eh;) la nostra vita;) il nostro viaggio

    RispondiElimina

Grazie per ogni tuo commento :-)