mercoledì 28 dicembre 2011

Più natura, più corpo

Il Natale é passato bene, tranquillo dopo tanti preparativi e giorni di corsa, non ho finito tutto quello che volevo (sopratutto spedire gli auguri agli amici lontani e mandare alcune emails di auguri e alcuni pacchetti ad altri amici), ma é andato bene, ed ora mi godo più di due settimane di vacanza, le scuole sono chiuse e anche noi educatori siamo a casa.
Tutt'a un tratto é strano avere un'enorme quantità di tempo libero da riempire, non avere molto da fare.
Sempre troppo abituata a correre, trovo strano fermarmi.
Tra i regali di Natale, il film Babies, che avevo ordinato e che é arrivato giusto in tempo.
L'abbiamo guardato il 26 sera dopo una lunga camminata in montagna, al Garelli, dove tutto il sentiero era completamente congelato e dovevamo faticare per non cadere e scivolare sul ghiaccio puro, é stata dura, ed anche un po' pericoloso a dirla tutta, ma é stato bello passare Santo Stefano solo noi due in montagna.


Di Babies mi colpiscono molte cose, non so se scelte coscienti dell'autore o riferimenti che scovo a forza di lavorare con i bambini ed essendo abituata a scrutare ogni loro atteggiamento e movimento.

Il film documentario racconta in filmati senza parole la nascita ed il primo anno di vita di quattro bambini, in Namibia, a Tokio, a San Francisco, in Mongolia.

I filmati sono intrecciati tra loro così che dopo pochi minuti di fotogramma si passa ad un altro bambino e così via, quindi molte scene sono "parallele" ma girate nei diversi posti (es. tutti e quattro i bambini imparano a camminare, i bambini vengono lavati etc..).

Innanzitutto quello che colpisce é la vita dei due bambini in Mongolia e Namibia: sono quasi sempre nudi, vivono con semplicità tra gli animali, sempre in compagnia di adulti affaccendati nei loro lavori (mungere le mucche, o macellarle etc..) o in compagnia di fratelli/sorelle maggiori, pur senza essere accuditi in modo ossessivo.

Questi due bambini sono i più svegli, quelli che imparano prima a gattonare e camminare, poi a parlare, e a muoversi completamente a loro agio nel loro ambiente naturale, sempre o quasi all'aperto.

Qui non so appunto se sia una scelta ben precisa del regista, ma al confronto i due bambini di Tokio e San Francisco sembrano molto più "indietro", molto più nervosi e capricciosi e molto più lenti nel camminare e crescere, molto più intimiditi.

Invece vedere gli altri due bambini sempre all'aperto, sporchi ma vivacissimi, furbi, vispi, era una gioia per gli occhi.

E li guardavo ammirata, rapita, ricordandomi di quando ero piccola e delle infinite ore passate a giocare fuori, nella terra, sull'erba, nell'acqua, insieme a mio fratello e ai miei cugini, ero un maschiaccio ed eravamo una banda sempre arrampicata su qualche albero o a giocare al fiume o esplorare un bosco, sempre arruffati e caotici, a giocare nel fieno o nella stalla.

Ho pensato che se avrò dei figli, vorrei che avessero un'infanzia così, all'aperto per ore, con gli animali, con un grande contatto con la natura.

E poi ho pensato, soprattutto, che desidero lo stesso per me ora, anzi ne ho bisogno:più ore all'aperto, più sporcarmi di terra, più toccare, lavorare fuori, usare tutti i miei sensi nella natura.

Ne ho bisogno, di ritrovare quel contatto profondo e concreto con la natura, che avevo da piccola.

Ho bisogno anche, ed é un discorso molto collegato, di riappropriarmi di più del mio corpo:più camminate e meno ore ferma, più sport, più nuoto, ma anche più apertura a tutte le sensazioni fisiche e ai 5 sensi visti nella loro globalità, soprattutto il tatto: manipolare, impastare, sporcarsi (letteralmente) le mani per imparare ad usarle meglio e conoscere tramite esse.

Voglio imparare ad usare meglio il mio corpo, vivificarlo, viverlo.

Due propositi per l'anno nuovo:più natura, più corpo.

I bambini di Babies mi hanno fatto vedere come.

7 commenti:

  1. I bambini ci insegnano sempre cosa e come farlo. Sono dei grandi maestri, basta osservarli in silenzio....:)

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  2. Avere molto tempo libero da riempire è il lavoro più faticoso che ci sia...

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  3. mi hai fatto venir voglia di ordinare Babies anche a me!

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  4. ciao, ho visto anch'io Babies: secondo me il film gioca più che sulla contrapposizione fra bambini che nascono in paesi poveri e ricchi, sulla contrapposizione fra realtà rurale e cittadina, proprio come osservi tu, che la realtà rurale ti rende molto più percettivo e svelgio. Io amo la campagna, ma devo imparare un sacco e spero che tu possa dare ai tuoi figli la stessa infanzia cha hai avuto tu

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  5. Babies...vado subito a cercarlo!
    Il contatto con la natura credo che sia fondamentale per i bambini...e non solo!

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  6. Più Natura, più Corpo? ...mi piace! =) Condivido questo tuo proposito...e Babies è bellissimo, ho visto però solo il trailer ma voglio vedere l'intero film!
    Ti auguro un anno nuovo sereno...e ti invito a giocare qui se ti va....siano lieti giorni...
    un abbraccio

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  7. Babies è un film meraviglioso (a proposito di meraviglie, hai visto anche "Il primo respiro"? Se non l'hai fatto te lo straconsiglio!)
    Anche a me ha colpito quello che dici tu ma declinato in maniera leggermente diversa. Mi faceva riflettere il fatto che bambini in contesti così diversi avessero tappe di sviluppo quasi uguali. Mi spiego meglio. Noi ci affanniamo, compriamo ai bimbi giochi perchè imparino e vengano stimolati, li portiamo ai corsi di musica, di acquaticità, di motricità e così via. Ma mi sembra che questo documentario ci mostri che un bambino, se amato e seguito, queste cose le viva e le impari ugualmente. Per me è stato commovente vedere il bimbo africano alla fine del film che iniziava a ripetere le parole... :-)

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Grazie per ogni tuo commento :-)